Martino è un ragazzetto con lo sguardo vispo e il cervello fino. Ha sei grosse lentiggini sulle guance e un fitto cespuglio di capelli rossi, rossi come Marte, il pianeta rosso. E non è una cosa da niente, soprattutto se si pensa che Martino si chiama così proprio per via di Marte.
Un martedì, Martino andò dallo zio Guido per comunicare la sua decisione.
- Prima o poi andrò su Marte - disse Martino, che non era il tipo da fare troppi giri di parole.
Lo zio sorrise.
- Ormai so contare fino a due milioni trecentoventiseimila settecentoquarantanove virgola ventisette - continuò Martino. - Penso di riuscire a cavarmela anche su Marte, tanto più che ho il nome giusto.
- Vero - annuì lo zio.
- Questa sera mi metto a pancia in su sul terrazzo a guardare il cielo in cerca di Marte. Ci sarai anche tu?
- Non mancherei per nulla al mondo - disse lo zio Guido.
Quella sera era limpida e serena: l’ideale per scrutare il firmamento.
Ovunque girasse lo sguardo, il cielo era pieno di stelle!
- Zio, restiamo qui fino all’alba? Mi piacerebbe vedere il sorgere del Sole…
- Piacerebbe anche a me - borbottò lo zio - ma la notte è lunga. E poi il Sole, in realtà, non sorge: non è lui che si muove, ma la Terra.
- Cosa stai dicendo, zio?
- È come se stessimo su una giostra! Il Sole se ne sta lì e siamo noi, girando come una trottola, che di giorno lo vediamo e di notte no.
- E la Luna? - si chiese poi Martino, pensando a voce alta. - Strana cosa, la Luna. A volte c’è e a volte no. A volte ha la gobba di qua e a volte di là.
- È vero - annuì lo zio Guido.
- Penso - continuò Martino - che nel mio viaggio per andare su Marte farò una tappa anche sulla Luna. Però devo stare attento a partire un giorno in cui la Luna ci sia. Sai che seccatura partire e poi arrivare lì e non trovare nulla!
- Non ti preoccupare, Martino, la Luna è sempre lì - lo rassicurò lo zio.
- Come sarebbe, è sempre lì? - domandò il bambino.
- Questa volta è la Luna che gira intorno a noi e, quando non la vediamo, è semplicemente perché si è messa tra noi e il Sole. Martino rimase a bocca aperta.
- Sai, Martino? Su Marte ci verrò anch’io. Andiamo!
- Come, andiamo?
- Sì, ADESSO!
Umberto Guidoni - Andrea Valente, Martino su Marte, Editoriale Scienza
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