Racconto STORICO

La prigioniera fenicia

Quel giorno del 600 a.C., Myrim, un ragazzo fenicio, si trova al porto di Tiro per cercare notizie di suo padre, imbarcatosi ormai da due anni con le navi del Faraone Neco, per circumnavigare la Libia (l’Africa di oggi) e ha la sua grande occasione di intrufolarsi sulla nave Hes, diretta a Cartagine.
A bordo incontrerà una ragazza prigioniera con cui vivrà molte avventure.

Myrim, pronto per la sua pericolosa missione, si ritrovò nella stiva della nave ingombra di merci. Percorse i gradini in punta di piedi. Per fortuna il posto sembrava deserto.
Immobile, tra i tronchi di cedro del Libano accatastati, percepì un fruscio alla sua sinistra, dietro una montagna di stoffe tinte di porpora: se era un topo, doveva essere enorme.
Stava quasi per muoversi, quando sentì un sospiro. I topi non sospirano, per cui si fece coraggio: vide una ragazzina con le braccia legate dietro la schiena.
Myrim allungò incerto una mano tremante, per scostarle i capelli dalla fronte, e si accorse che era imbavagliata e lo stava guardando con occhi spalancati dal terrore. Allora le sorrise e la liberò dal bavaglio.
- Come ti chiami?
- Il mio nome è Meritaten!
A quel nome un campanello d’allarme gli risuonò nella testa, per cui domandò: - Meritaten?!
- Sono la principessa Meritaten, figlia di Itthobaal, re di Tiro.
Myrim stupito e senza pensarci troppo chiese:
- E che ci fai legata e imbavagliata dentro la stiva di una nave?
Poi si rispose da solo: - Ti hanno rapita! Perché? Chi è stato?
- Zitto o ci scoprono! Ho sentito che Cartagine vuole liberarsi dal controllo di Tiro e si è alleata con i Babilonesi, nemici di mio padre…
- Eh? Ma questo è un intrigo internazionale!
- Ho fame! - disse Meritaten impaziente.
Myrim si frugò nella borsa che teneva appesa alla cintura.
- Ho il pranzo di oggi, possiamo dividercelo!
Meritaten accettò con un sorriso riconoscente; subito dopo, però, spalancò gli occhi inorridita: - Pane e cipolla? Questo sarebbe il tuo pranzo?
- No! Ci sono anche due pesci essiccati!
- Come puoi mangiare questa robaccia?
- Così! - disse Myrim, ficcandosi in bocca un pesce intero.
Poi si girò offeso, voltandole le spalle.
- Scusami, non volevo essere scortese. Il fatto è che non ho mai mangiato pane e cipolla - disse Meritaten con un’espressione buffa. - Non riesco neppure a immaginare che sapore abbia!
- Non c’è che un modo per scoprirlo: assaggia!
- Ma è buona!
La principessa diede ancora un altro morso alla cipolla, questa volta con maggiore decisione.
Nadia Vittori, Il profumo della porpora, Raffaello Editrice

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