L’anno scorso, per esempio, li ha fatti giocare all’Iliade.
Era stato fantastico. Avevano preso scatole di cartone, corde, nastri per tapparelle, carta d’argento e arnesi vari.
Ed erano riusciti a farli diventare elmi, corazze, scudi…
Poi con i pennarelli avevano dipinto e decorato i vari pezzi con i simboli degli eroi: l’aquila, il serpente, l’orso, il sole, il leone… Infine, erano andati nei boschi e avevano trovato legni per fare lance, spade, pugnali, archi e frecce.
Quando tutto era pronto avevano giocato alla guerra tra Greci e Troiani, come racconta l’Iliade. Avevano fatto giocare anche le bambine, Giulia e Bea, cugine di Vanni. Loro dovevano fare le regine. Ma fare le regine era noioso e triste. E così avevano fatto gli eroi anche loro. Non era andata male.
Giulia correva veloce e Bea tirava certe frecciate con l’arco… Aveva una mira micidiale!
Mentre la mente di Vanni era tutta presa dai ricordi dell’estate scorsa, i suoi piedi avevano camminato molto velocemente e, all’improvviso, eccolo davanti alla casa rossa con i suoi amici.
Giusi Quarenghi, Solaria, sette bambini, una vacanza, una città, Editrice Piccoli