Descrivere LUOGHI

Sepolta nella giungla

Era la prima volta che camminavo in mezzo alla giungla.
Piante di ogni tipo mandavano odori strani. Sotto i miei stivali scricchiolava un’intricata matassa di radici grosse come serpenti boa. Intorno ai tronchi degli alberi queste radici diventavano enormi, alte quasi quanto me.
Se sollevavo il viso, non riuscivo a scorgere il cielo, né la cima di quei fusti altissimi dai quali pendevano cascate di rosse orchidee.
Intorno a me tutto era intricato, avvinghiato, in lotta per conquistarsi un brandello di luce.
Uccelli stridevano, picchiettavano, cantavano, fischiavano.
A un certo punto, tutto quel fracasso venne sovrastato da grida raggelanti.
- Scimmie urlatrici - spiegò lo zio che camminava rapido davanti a me.
Di tanto in tanto, si chinava sulla base del tronco di qualche albero, e mi indicava una traccia appena visibile. Io osservavo.
Smosse un arbusto e lo tenne scostato dal sentiero per farmi passare.
- Stai attento a queste spine. Non devi toccarle. Sono velenose.
Erano enormi e sporgevano come coltelli ricurvi dai rami carnosi e contorti.
- Ci sono serpenti? - chiesi intimidito.
- Sì, ma non sono molto velenosi. Piuttosto guardati dagli scorpioni.
- E dalle zanzare - ribattei. - Mi stanno divorando.
All’improvviso mi misi a gridare: - Sto andando a fuoco!
Un bruciore intenso mi trafiggeva le gambe.
Feci cadere lo zaino per saltare qua e là in una danza insensata, continuando a strillare.
- Svelto! Togliti i jeans! Hai calpestato un nido di formiche!
Piangendo, mi sfilai gli stivali e i pantaloni. Mi strappai le calze dai piedi.
Mordevano come piraña.
Ricominciai a saltare come un indemoniato per levarmele di dosso.
Lo zio mi aiutò schiaffeggiandomi le cosce, finché il grosso se ne fu andato.
Indossai di nuovo i jeans e mi affrettai a seguire lo zio Pepe.
Non volevo rimanere solo nemmeno per un istante in quella giungla dannata.
Finalmente lo zio si fermò.
- Siamo arrivati - disse, indicandomi una collinetta ricoperta di felci.
Zio Pepe toccò col machete un punto nel fianco della collinetta erbosa.
Lì, dove la lama scintillava, potevo scorgere alcune pietre di un giallo rossastro. Lo zio cominciò a toglierle con le mani nude e con molta delicatezza.
Poi prese un piccone e, facendo leva sulle pietre rimaste, iniziò ad ampliare il buco, finché fu grande abbastanza da farci passare un uomo. Quindi tirò fuori un rotolo di corda.
- Adesso possiamo scendere! La piramide degli antichi Maya, è tutta sotto terra, è rimasta sepolta per secoli nella giungla. Hai paura?
- Certo che no! - esclamai.
Silvana Gandolfi, La memoria dell’acqua, Salani

DESCRIVERE I LUOGHI DELL’AVVENTURA
- Rispondi sul quaderno.
• La descrizione della giungla all’inizio del racconto è efficace per aiutare il lettore a vivere l’avventura con l’immaginazione? Perché?
• Immagina di trovarti lì, nella giungla: che cosa ti colpisce di più?
La vegetazione fitta o gli animali? Perché?

SUSSIDIARIO DEI LINGUAGGI 4
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