Tanti tipi di materia(li)

Gennaio

TANTI TIPI DI MATERIALI

Un’altra classificazione dei materiali, cioè dei diversi tipi di materia, è quella che li distingue in sostanze pure e miscugli. In chimica l’aggettivo puro ha un significato preciso: un corpo o un sistema è puro quando è formato da una singola sostanza che presenta una composizione costante. L’acqua distillata è una sostanza pura perché è acqua al 100%. L’acqua del rubinetto o l’acqua minerale non sono pure in quanto in esse sono disciolti i sali minerali. Tutti i materiali dell’universo sono formati da due tipi di sostanze pure: gli elementi e i composti. Si definisce elemento o sostanza semplice una sostanza pura che non può essere trasformata in componenti ancora più semplici. Quando un chimico analizza, per esempio, un pezzo di alluminio, lo trova costituito da alluminio in ogni sua parte e non lo può trasformare in una sostanza più semplice. La stessa cosa vale con il carbonio, l’ossigeno, l’azoto, l’oro, il ferro e vari altri metalli. Le sostanze pure più numerose sulla terra sono i composti. L’acqua distillata, lo zucchero e il cloruro di sodio sono tipici esempi di composti. Si definisce composto o sostanza composta ogni sostanza pura che può essere decomposta in altre sostanze pure più semplici. L’acqua distillata è un composto formato da due sostanze semplici, idrogeno e ossigeno; essa può essere separata nei suoi due componenti semplici attraverso un procedimento chimico.
Due o più sostanze composte si possono mescolare fra loro o con altre sostanze semplici per formare un miscuglio, cosa che accade di frequente in natura. L’acqua distillata allo stato puro è un composto; quando in essa vi sono disciolti sali minerali, diviene miscuglio e forma l’acqua minerale o l’acqua del rubinetto.

I miscugli possono essere omogenei o eterogenei. I miscugli omogenei presentano un aspetto così uniforme da non riuscire a distinguere le sostanze che li compongono: l’acqua zuccherata, formata da acqua e zucchero, ci appare come un unico liquido uniforme, uguale in tutte le sue parti. Anche l’acqua potabile, pur contenendo disciolti diversi sali minerali, ci appare come un unico liquido, e così l’aria, l’acciaio e via dicendo. I miscugli omogenei possiedono un’altra particolarità: conservano in ogni loro parte le stesse proprietà delle sostanze di cui sono composti. Per esempio, il caffè composto da acqua, zucchero e caffè, possiede l’aspetto liquido dell’acqua, il sapore del caffè e il dolce dello zucchero in ogni sua goccia. I miscugli omogenei sono conosciuti con il nome di soluzioni. Anche se il termine «soluzione» ci induce comunemente a pensare a qualcosa di liquido, in realtà è una soluzione anche l’aria poiché si tratta di un miscuglio omogeneo gassoso formato da azoto, ossigeno, vapore acqueo, anidride carbonica e altri gas, ed è una soluzione anche l’acciaio inossidabile perché è un miscuglio omogeneo solido composto di ferro, carbonio, nichel e cromo. I miscugli eterogenei non sono uniformi (cioè non sono uguali in tutte le loro parti) e le diverse sostanze che li formano sono ben distinguibili, o direttamente attraverso i nostri sensi (acqua più olio) o per mezzo di una lente d’ingrandimento (i granelli di sabbia di colore e brillantezza diversi). Data l’età degli alunni, una volta introdotta l’esatta terminologia, si possono definire con il nome di: non soluzioni i miscugli eterogenei, per distinguerli dalle soluzioni.

Sostanze pure, composti ed elementi
Che cosa occorre
Un campione di acqua distillata e uno di acqua del rubinetto; due bicchieri di vetro; zucchero; due cucchiai da tavola; una candela

Che cosa fare
Sostanze pure e non - Poniamo il campione di acqua distillata e uno di acqua di rubinetto in due bicchieri di vetro e lasciamoli evaporare: l’acqua del rubinetto depositerà sul fondo del bicchiere il suo residuo di sali minerali che non compariranno, invece, nel bicchiere che conteneva acqua distillata, perché essa è una sostanza pura. Composti ed elementi - L’acqua distillata è un composto (o sostanza pura composta) perché formata a sua volta da due sostanze pure semplici combinate fra loro, idrogeno e ossigeno. I singoli componenti di un composto sono detti elementi. Mostriamo agli alunni del comune zucchero su un cucchiaio da tavola, facendone osservare la struttura cristallina. Anche lo zucchero è un composto formato da più elementi:
OSSIGENO + IDROGENO (acqua) + CARBONIO = ZUCCHERO

Esponiamo il cucchiaio contenente lo zucchero alla fiamma di una candela e facciamolo riscaldare. Invitiamo gli alunni ad ascoltare lo sfrigolio che si produce mentre la sostanza inizia a liquefarsi e a bollire. Nel frattempo poniamo per qualche istante sopra al primo cucchiaio un secondo cucchiaio per far notare come sulla sua superficie si depositino delle goccioline d’acqua: lo zucchero sta liberando l’ossigeno e l’idrogeno dell’acqua (insieme come acqua, non separati) mentre si sta trasformando (trasformazione chimica) in una nuova sostanza di colore e consistenza diversa (sta cambiando le sue proprietà fisiche). Quando tutta l’acqua sarà completamente evaporata, sul cucchiaio rimarrà una massa nera: il carbonio. Il carbonio è una sostanza pura, cioè un elemento. Un elemento o sostanza semplice non può essere diviso in sostanze pure più semplici. Le singole particelle di elementi, microscopiche e di diverse dimensioni, rappresentano la parte ultima della materia e sono chiamate atomi. Un gruppo di atomi forma la molecola. È proprio sotto forma di molecola che l’acqua assume le caratteristiche che ha; se separata nei suoi due elementi, ossigeno e idrogeno, essa le perde. Nel linguaggio scientifico più rigoroso, quando si parla di sostanze, ci si riferisce alle sole sostanze pure: acqua (distillata), cloruro di sodio (sale puro), ossigeno, oro puro, ferro… Il resto (miscugli di sostanze pure) sono tutti materiali: acqua del rubinetto, zucchero, carta, plastica, legno, caffè, marmo… Pertanto anche a scuola, se non si è sicuri della purezza della materia che compone un oggetto, un corpo o un sistema, è preferibile usare la parola «materiale» per indicarlo, tralasciando l’uso della parola «sostanza».

Materia omogenea ed eterogenea: soluzioni e non soluzioni
Che cosa occorre
Acqua; bicchieri di plastica trasparente; cucchiaini di plastica; lenti d’ingrandimento; materiali liquidi (aceto, vino, olio, colorante alimentare, detersivo liquido…) e materiali solidi (zucchero, citrato, bicarbonato di sodio, cacao in polvere, talco, farina, orzo o caffè macinati, detersivo in polvere, pepe, sabbia…)

Che cosa fare
Ribadiamo il concetto esatto di miscuglio omogeneo o soluzione (miscela di diversi materiali o sostanze che non si distinguono l’una dall’altra) e di miscuglio eterogeneo o non soluzione (miscela di diversi materiali o sostanze ben distinguibili), scrivendolo alla lavagna. Dividiamo poi la classe in piccoli gruppi con la consegna di preparare ciascuno 4 soluzioni e 4 non soluzioni, mischiando fra loro i materiali distribuiti e provando a creare miscugli di liquidi in liquidi, solidi in liquidi, solidi in solidi. Gli alunni dovranno scegliere di miscelare due materiali per bicchiere, secondo le combinazioni che riterranno più opportune. Dovranno mescolarli bene e attendere qualche minuto prima di procedere alla compilazione della scheda fotocopiabile n. 29, consegnata insieme ai materiali per l’esperimento (le prime quattro colonne). Alla fine i gruppi confronteranno i risultati.
• Quali caratteristiche hanno le soluzioni ottenute?
• Quali sono i materiali che hanno formato soluzioni e quali non soluzioni? Vi sono delle sostanze pure?
• Ci sono materiali che sono rimasti al fondo dei bicchieri? Materiali che si sono stratificati? Avete osservato bene i miscugli con la lente?

A questo punto, diamo a ciascun gruppo di alunni un cartoncino bianco con la parola «soluzione», suggerendo di porlo sotto al bicchiere di ciascuna soluzione e non soluzione liquida ottenuta.
• Quale liquido ci consente di leggere la parola scritta sul cartoncino posto sotto al bicchiere?
• Quale liquido è trasparente e quale opaco? (vengono chiamate in causa due proprietà dei liquidi).
Spieghiamo che la trasparenza è una proprietà che in genere appartiene alle soluzioni liquide; in alcuni casi può anche appartenere a una non soluzione (per esempio acqua e olio).

Separazione di miscugli eterogenei
Che cosa occorre
Acqua; talco e farina; un cucchiaino; un foglio di carta da filtro; un piccolo imbuto; un bicchiere di vetro; limatura di ferro; bicchieri di plastica; una calamita

Che cosa fare
Prima di cominciare l’esperienza, spieghiamo che, a differenza di un composto, un miscuglio eterogeneo (o non soluzione) può essere fisicamente separato nei materiali che lo compongono. Prima, però, insegniamo come preparare un filtro:
- si piega in quattro parti il foglio di carta da filtro;
- si trattengono tre angoli e si allontana il quarto in modo da creare un fondo chiuso da infilare nell’imbuto.
Facciamo osservare con una lente d’ingrandimento il talco per notarne la finissima polvere che lo compone.
• Possiamo separare il talco e l’acqua se li mischiamo insieme? In che modo?
Versiamo l’acqua nel bicchiere di vetro, aggiungiamo un cucchiaio di talco e mescoliamo per formare un miscuglio.
Lasciamo riposare il miscuglio per qualche minuto.
• Che cosa osserviamo nel bicchiere? Che cosa è avvenuto? Che tipo di miscuglio è? Da che cosa lo si capisce?

Il talco che si è separato dall’acqua e si è depositato sul fondo del bicchiere (questo materiale non si scioglie in acqua) rientra in una particolare separazione di miscugli chiamata decantazione. A questo punto si può procedere alla separazione dei due materiali. Si pone sul bicchiere l’imbuto con all’interno il filtro di carta e si versa dentro il miscuglio di acqua e talco lentamente e dopo aver rimescolato. Tolto il filtro dall’imbuto, lo si lascia asciugare. Dopo qualche tempo si osserverà che il talco si è raccolto sul filtro perché è formato da particelle troppo grosse per passare attraverso la carta (separazione per filtrazione). Al posto del talco si può usare la farina. Dopo quest’esperienza collettiva, dividiamo la classe in piccoli gruppi e consegniamo a ciascuno due bicchieri di plastica contenenti uno farina e l’altro un po’ di limatura di ferro (la si trova presso qualunque ferramenta o colorificio) e una calamita. Invitiamo gli alunni a creare un miscuglio con i due materiali e, con l’aiuto di una lente, a osservare le due polveri.
• Si distinguono bene i due componenti di questi miscuglio? Quali caratteristiche e proprietà ha la farina? Quali la limatura di ferro?
• Come si potrebbe fare per separare fisicamente i due materiali?

Gli alunni ipotizzeranno delle soluzioni sperimentali e verificheranno da sé che, grazie alla calamita che attrae i materiali ferrosi, sarà possibile separare la limatura di ferro dalla farina.

La materia e le sue «forme»
Tutti gli oggetti hanno una massa e occupano un determinato spazio, ossia hanno un volume. Il volume dipende dal modo in cui si aggregano le molecole che costituiscono la materia. Siccome le aggregazioni hanno forme differenti, la materia si può presentare sotto tre diversi stati fisici: solido, liquido e gassoso (o aeriforme). I tre stati di aggregazione dipendono dal movimento delle molecole che la costituiscono.

1. Nei corpi allo stato solido le molecole sono intimamente vicine e legate tra loro e ciascuna mantiene una propria posizione fissa. Esse non sono completamente immobili, ma vibrano sul posto. Queste caratteristiche fanno sì che i corpi solidi possiedano una massa ben definita, un volume e una forma propria, che può essere modificata solo esercitando sul corpo una forza (pensiamo a un elastico quando viene allungato o a un foglio di carta appallottolato).

2. Nei corpi allo stato liquido, diversamente dai solidi, le molecole sono meno vicine e possono muoversi più in libertà, scivolando le une sulle altre come le perle infilate nel filo invisibile di una collana: si possono dare alla collana forme diverse, mantenendola distesa, arrotolata, intrecciata, ma la distanza tra le perle non muta.

3. Nei corpi allo stato aeriforme le molecole sono ben distanziate le une dalle altre e libere di muoversi in tutte le direzioni occupando tutto lo spazio disponibile. I corpi aeriformi vengono distinti in gas e vapori1.

I gas comprendono tutte le sostanze che, a temperatura ambiente, si trovano allo stato aeriforme. Non possono essere classificati in base al loro aspetto, data la loro invisibilità, ma ci rendiamo conto della loro presenza grazie ad altre proprietà. L’aria, per esempio, è un miscuglio di gas: ci accorgiamo che c’è solo quando si muove rapidamente e urta contro persone e oggetti sotto forma di vento. I vapori si originano da alcune sostanze che, a temperatura ambiente, si trovano allo stato liquido o solido. Quando la temperatura si alza, queste sostanze emettono vapori, come accade all’acqua messa sul fuoco a bollire. C’è ancora una differenza tra i tre stati: la comprimibilità. Variando la pressione esterna, i gas si possono comprimere, mentre i solidi e i liquidi sono, in larga misura, incomprimibili. Dopo aver dato un’idea dei moti e delle posizioni delle molecole all’interno della materia, possiamo, a questo punto, parlare di un’altra delle sue proprietà: la densità. Se potessimo riempire tre contenitori di uguale capacità, uno con sale, uno con acqua e uno lo lasciassimo «vuoto», cioè pieno d’aria, e potessimo contare una a una le molecole presenti in ciascuno, noteremmo che il numero varierebbe da bicchiere a bicchiere: moltissime nel contenitore che ospita il sale, di meno in quello contenente l’acqua e pochissime in quello «vuoto». La spiegazione sta nella diversa distribuzione spaziale delle molecole nei tre stati. Il numero di molecole presenti nello stesso spazio/volume di un corpo è la densità. Essa è maggiore nei solidi e minore nei gas o vapori. Pertanto, a parità di volume, un corpo più denso pesa più di uno meno denso. La tabella riassume le caratteristiche dei tre stati della materia. I corpi liquidi e i corpi allo stato gassoso che non possiedono una forma propria e assumono quella del recipiente che li contiene formano insieme un’unica grande categoria: i fluidi.

La guida
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