La parola «Islam» significa «sottomissione alla volontà di Dio». Il fondatore di questa religione è stato Maometto (570-632 d.C.), un cammelliere-mercante della città di La Mecca, in Arabia. Egli, secondo la tradizione, ricevette dall’arcangelo Gabriele il compito di annunciare la fede in un solo Dio (Allah) e si sentì chiamato ad essere il suo profeta. La città santa dell’Islam è La Mecca, con il santuario della «Kaaba», un edificio a forma di cubo che contiene la «pietra nera», un meteorite considerato sacro perché mandato da Allah. Anche i musulmani (così si chiamano i seguaci dell’Islam) credono che Maria (Miriam) sia la madre di Gesù, che per loro, però, è solo un grande profeta e non il Figlio di Dio.
Le rivelazioni ricevute da Maometto sono contenute in un libro sacro: il Corano. La parola Corano significa «recitazione»: il libro, infatti, non viene letto ma recitato secondo regole precise.
Il Corano è composto da 114 brani chiamati sure. Contiene cinque regole che sono alla base della fede islamica:
• credere in un solo Dio, Allah, e nel suo profeta Maometto;
• pregare cinque volte al giorno, rivolti verso La Mecca, città santa;
• distribuire elemosine ai poveri;
• digiunare durante il Ramadan, il mese in cui i musulmani hanno ricevuto il Corano;
• andare in pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita.
I musulmani, al venerdì, il loro giorno sacro, si riuniscono nelle moschee.
Vengono chiamati, dall’alto dei «minareti», dai muezzin, per rivolgere tutti insieme preghiere ad Allah.
La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l’unico Dio a cui rendono culto con la preghiera, l’elemosina e il digiuno.
Nostra Aetate 3