La Chiesa e l’Impero romano

La Chiesa e l’Impero romano


Il governo di Roma, che di solito era tollerante nei confronti di tutte le religioni professate all’interno dell’Impero, si dimostrò ostile alla religione cristiana. I cristiani vennero accusati di essere nemici dello Stato perché si rifiutavano di fare sacrifici all’imperatore, non riconoscendo la sua divinità. L’imperatore romano temeva che la diffusione di questa religione potesse provocare la rovina dell’Impero e incominciò a considerare il Cristianesimo una dottrina socialmente pericolosa. Molti cristiani vennero trascinati davanti ai tribunali e condannati. L’ostilità si trasformò soprattutto sotto gli imperatori Nerone ( I secolo d. C) e Decio e Diocleziano ( III secolo d. C) in vere e proprie persecuzioni.


Non rinnegare la propria fede e non riconoscere la divinità dell’imperatore erano causa di torture e di condanne a morte. Nonostante queste violenze, il messaggio di Gesù si diffuse e molti morirono martiri testimoniando la fede in Cristo. 
Il primo martire nella storia della Chiesa fu il diacono Stefano. Alcuni individui della comunità ebraica di Gerusalemme lo accusarono di bestemmia perché predicava Gesù figlio di Dio (per la fede ebraica, infatti, Dio non può avere figli) e lo trascinarono davanti al tribunale ebraico, dove venne condannato a morte. Morì, ucciso a colpi di pietra, nel 34 d.C.

Dizionario

Diacono: parola di origine greca, che significa «servitore».
Nella Chiesa delle origini i diaconi si occupavano dell’assistenza ai più bisognosi, di organizzare la raccolta delle offerte e la loro distribuzione agli anziani, agli ammalati e ai poveri.

VOLUME 4-5
VOLUME 4-5
LUCE DI STELLE