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Forse questa è l’ultima opera dipinta da Van Gogh, nel luglio del 1890. Quando dipinge questo quadro è pieno di emozioni; vive una disperazione talmente forte che ciò che vede davanti a sé e che riproduce sulla tela si trasforma: un campo di grano diventa un’immagine drammatica. La natura e il paesaggio ne escono deformati, agitati, carichi di presagi, come i corvi neri che volano sul campo, schizzati con pochissime pennellate. Van Gogh non mescola le tinte sulla tavolozza: ogni pennellata è un segno deciso e ben riconoscibile e lascia una traccia di colore molto marcata. Il giallo elettrico del grano contrasta con il bruno del terreno e l’azzurro cupo del cielo, come se ciascun elemento combattesse con gli altri.