GATTO TIGRATO E LA PRIMAVERA



Quando la primavera arrivò, vestita di luce, di colori e di allegria, delicatamente profumata, il Gatto Tigrato stiracchiò le zampe e aprì gli occhi. Come al solito era solo, perché tutti pensavano che lui fosse un gattaccio un po’ egoista e solitario. Questo lo rendeva di pessimo umore e anche quel giorno il Gatto Tigrato si guardava intorno come se niente gli piacesse.
E invece la vita offriva proprio un bello spettacolo.
Spuntavano gemme profumate che poi si trasformavano in splendidi fiori, gli uccelli volavano cinguettando allegramente, covate di pulcini seguivano la chioccia e i cani, allegrissimi, si divertivano a saltare nell’erba.
Ma nessuno si avvicinava al Gatto Tigrato.
Proprio allora lui si alzò, stiracchiò le zampe, inarcò la schiena per meglio sentire il calore del sole, dilatò le narici per sentire i nuovi odori che riempivano l’aria e… sorrise.
Il Gatto Tigrato si sentì felice, mentre tutto intorno era primavera, sogno di ogni poeta.
Jorge Amado, Gatto Tigrato e Miss Rondinella, Mondadori

LEGGO E CAPISCO
Perché il Gatto Tigrato era di pessimo umore?
Perché gli animali non si avvicinavano a lui?

SPAZIO
L’autore dice che la primavera è il «sogno di ogni poeta».
Che cosa intende, secondo te?
Discuti in classe la tua interpretazione.

LETTURE 3
LETTURE 3
CI VUOLE UN SORRISO!