NONNO LEONE



Il nonno della mia mamma era un uomo grande, con i capelli rossi, i baffi e gli occhi azzurri. Si chiamava Leone. Era un leone anche per il coraggio che aveva e perché era forte quando prendeva i cavalli non domati e li faceva girare nel recinto finché non erano stanchi.
Il nonno aveva altri diciotto fratelli e sorelle, quasi tutti con famiglia e figli. Una tribù. E tutti avevano nomi importanti come Ginevra, Sara, Mosè, oppure avventurosi come Orso e Vultore.
La sua casa era quasi a metà del paese, andava dalla piazza del Comune fino al giardino della chiesa. Non era una casa intera, ma più case tutte uguali, di mattone rosso, collegate fra loro, con qualche balcone e ogni tanto un portone più grande.
Quando la stagione era bella, la sera i giovani e i vecchi si sedevano davanti alla casa e parlavano da una parte all’altra della strada come in un salotto. Naturalmente si sapeva «tutto di tutti»: gioie, dolori e preoccupazioni.
Ma la casa non era solo una fila di quaranta stanze su due piani; dalla parte che si affacciava sui campi c’erano le stalle per i cavalli, gli asini e i muli. Nonno Leone faceva il mercante di cavalli, proprio come oggi c’è chi fa il concessionario di automobili.
Ruben Marini, Alto, forte, con i capelli un po’ lunghi, Raffaello Editrice

LETTURE 3
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CI VUOLE UN SORRISO!