Guida docente classi 4-5

CLASSE 4 combinazione non finì sotto gli zoccoli di una mandria di cervi che galoppava nella foresta. Quando tornò la calma, Gustavo tirò un sospiro di sollievo e riprese il cammino. Zampettò e zampettò. Per giorni e giorni attraversò acquitrini e praterie, salì colline, discese forre e attraversò ruscelli. Quando incontrava qualche predatore si acquattava nell ombra. Era così piccolo che nessuno si accorse di lui. Dopo il primo giorno aveva scoperto la direzione giusta. Si era accorto che tutte le mattine il Sole sbucava da dietro una collina che sorgeva ai confini della Foresta di Smeraldo. Là si diresse Riccio Gustavo. Camminando si preparava il discorso di presentazione: «Gli dirò: Buongiorno Messer Sole. Rappresento la gente di Bosconero e vorrei solo un po del vostro fuoco. Sa, da noi è sempre così buio . Dopo sette giorni arrivò alla collina. Pieno di speranza corse sulla cima e aspettò l alba. Fu un momento molto amaro, quando vide che il Sole veniva su, con il suo faccione rosa, da dietro una collina che si trovava molto, ma molto più in là. Gustavo radunò tutte le forze che gli rimanevano e ricominciò a camminare. Era stanchissimo e le sue zampette corte non volevano più ubbidire alla sua volontà. Una sera pensò quasi di tornare indietro, ma poi decise di continuare. Avrebbe adempiuto la sua missione. Salì una seconda, una terza, una quarta collina. Il Sole sorgeva sempre un po più in là. Quaranta giorni dopo la sua partenza, però, era ancora su una cima di collina per cercare di incontrare il Sole. Era sfinito, ma deciso a superare anche una nuova delusione, se fosse stato il caso. Si addormentò profondamente. Fu svegliato da qualcosa che gli faceva il solletico ad un orecchio. Aprì gli occhi e vide che si trattava di un raggio di sole. Contemporaneamente sentì la voce del Sole che gli parlava con dolcezza. «Ho sentito la tua richiesta, piccolo riccio, e voglio accontentarti. Eccoti un po del mio fuoco . Con gli occhi sgranati e il cuore che tambureggiava, Gustavo vide una fiamma rossagialla-azzurra che danzava sulla punta di un ramo secco. «Grazie mille, Messer Sole , disse. Prese il ramo e ripartì verso Bosconero. «Ce l ho fatta , pensava esultante. Il pensiero di tornare a casa moltiplicò le sue forze e si mise quasi a correre. Anche se sapeva bene di dover fare attenzione a non lasciar spegnere la sua fiamma. Il pensiero del prezioso regalo che portava ai suoi compagni gli impediva di camminare spedito. Ora doveva stare molto più attento quando guadava i ruscelli, né poteva più lasciarsi rotolare come una palla di gomma giù per i pendii. Ogni tanto doveva fermarsi a sostituire il bastoncino che il fuoco aveva consumato. Con il passare del tempo i problemi si fecero più gravi. Un mattino si scatenò una veemente bufera, che scuoteva gli alberi e sferzava l erba. In altre circostanze, Gustavo avrebbe giocato con il vento, ma ora doveva difendere il fuoco. Si rannicchiò a 98

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Gocce di vita