Guida docente classi 4-5

CLASSE 4 RACCONTI Il re che non sapeva ascoltare C era una volta un re che non sapeva ascoltare. Quando i suoi sudditi si rivolgevano a lui, li interrompeva non appena aprivano bocca e gridava: «Va bene, va bene, ho capito! Ti credo! Guardie, dategli mille monete d oro . Oppure: «Basta, basta, non ti credo! Guardie, frustatelo e buttatelo fuori di qui . Insomma, il re era un tipo lunatico e agiva secondo il suo umore. Non voleva saperne di ascoltare, e quindi era buono e generoso con le persone sbagliate, e viceversa. I sudditi lo sapevano bene, cercavano di girare alla larga dal castello e speravano ardentemente di non aver mai niente a che fare con il re. Ma quelli che ci rimettevano più degli altri erano la sua povera moglie e i due principini, perché il re, non solo non li ascoltava, ma giudicava stupido e senza senso tutto quello che loro dicevano. Li criticava continuamente e non prestava mai attenzione alle loro parole, neppure quando gli parlava con la voce del cuore e dell affetto. Un giorno, il re e la regina litigarono furiosamente, e dal momento che la donna ribadiva le sue ragioni, il re la spinse giù dal trono. Poi si mise a spiegare alla moglie che se le aveva fatto del male era per il suo bene, e che avrebbe dovuto ringraziarlo, per questo. La regina, profondamente offesa e indignata, con le ossa rotte e doloranti, gli lanciò una terribile maledizione: «Che te ne fai di due orecchi, dal momento che non ascolti mai nessuno? Tu non fai che parlare: bla, bla bla e ancora bla! Vorrei che ti cadessero le orecchie e che ti venissero due bocche! . Il mago Cavatorti, lontano parente della regina, si trovava per caso nelle vicinanze e sentì la maledizione della donna. Conosceva il re, e sapeva di cosa era capace. Così, impietosito dalla triste sorte della regina, esaudì il suo desiderio. Il mago si presentò al re e gli agitò sotto il naso la nodosa bacchetta di legno di nespolo. Il re che non voleva mai ascoltare cadde in un sonno profondo, e quando si risvegliò si ritrovò con due bocche identiche, una accanto all altra, e un orecchio minuscolo sulla fronte, vagamente simile a un cece. Le altre due orecchie, invece, giacevano sul cuscino come foglie secche. All inizio il re ringraziò il mago per quel bellissimo regalo. Adesso poteva parlare più velocemente e ad alta voce. Ma ben presto si rese conto che non riusciva più a stare zitto. Parlava, parlava sempre, senza un attimo di tregua. 115

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Gocce di vita