NERINA E LA PLASTICA

Nerina era una tartaruga d’acqua che viveva nell’oceano.
Un giorno trovò un gruppo di meduse e urlò: - Urrà! Sono così affamata che potrei mangiarle tutte!
Nerina iniziò a mangiarsele come caramelle, ma l’ultima che mangiò la lasciò disgustata.
- Ne ho avuto abbastanza per oggi - disse, poi nuotò verso l’alto per riposarsi vicino alla superficie dell’acqua, dove il calore del sole l’avrebbe aiutata a digerire la cena.
Molto presto Nerina iniziò a sentirsi male.
- Mmmm… forse ho mangiato più di quel che credevo - pensò. - Devo smetterla di essere così golosa.
Ma non aveva mangiato così tanto: il problema era che la medusa disgustosa era in realtà una busta di plastica.
Col tempo iniziò a sentirsi sempre più debole, finché durante una tempesta venne trasportata a terra dalle onde.
Si sentiva pesante e rischiava di cuocersi al sole.
All’improvviso sentì: - Bau! Bau! Bau! - e una voce urlare:
- Wilson? Wilson, Vieni qui! - Una palla di pelo bianco molto rumorosa stava correndo a grande velocità verso di lei. Nerina non si poteva muovere, quindi chiuse gli occhi e attese qualunque cosa le stesse per succedere.
Wilson iniziò a girarle attorno, scodinzolando felice.
Insieme a lui c’era una ragazza che la osservava preoccupata.
- Ciao piccola tartaruga, io sono Penny, che ci fai qui? - disse la ragazza.
E prima che se ne rendesse conto, Nerina si addormentò.
Al risveglio si ritrovò in una stanza bianchissima, circondata da umani.
- Hai passato un brutto momento - disse Penny a Nerina.
- Quella busta di plastica che hai ingerito ti ha fatto stare molto male. Non temere, ora la faremo uscire.
Dopo l’operazione, Nerina stava molto meglio. Iniziò a mangiare di nuovo e ad avere abbastanza forza per nuotare nella vasca. Mentre recuperava le energie all’ospedale, si fece nuovi amici.
C’era Curtis, il leone marino rimasto bloccato in una rete da pesca. Winnifred, la gabbianella che aveva ingoiato un tappo di plastica. E infine c’era Sebastian, un delfino la cui coda si era intrecciata in una lenza. Fortunatamente, ora erano tutti in via di guarigione. Anche se Nerina era triste di lasciare i suoi nuovi amici, non vedeva l’ora di tornare nell’oceano. Quando quel giorno finalmente arrivò, era così felice che faticò a contenere l’emozione. Penny e Wilson erano là con lei. Quando Nerina sentì finalmente l’acqua fresca scivolare sopra il suo guscio, pensò a quanto fosse fortunata ad averli incontrati.
Non avrebbe mai dimenticato la loro gentilezza.

S. Nelms, K. Nelms, Tale of the Turtle & the Plastic Jellyfish, University of Exeter

EDUCAZIONE CIVICA - CLASSI 1-2-3
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