IL BANCO VUOTO

Simone voleva fare l’inventore. La mamma gli aveva detto che era una bella idea, poi gli aveva chiesto:
- Che cosa vorresti inventare?
- Vorrei inventare il cannocchiale e anche una barca chiusa che possa camminare sotto l’acqua - aveva risposto Simone, ma la mamma aveva riso.
- Queste cose esistono già!
Simone c’era rimasto male. - Ma allora come si fa una «invenzione»?
La mamma glielo aveva spiegato: bisogna studiare le invenzioni degli altri e poi aggiungere qualcosa che sei riuscito a pensare solo tu. Poi Simone era cresciuto, e ora doveva iniziare le scuole medie.
Ma un giorno era successa una cosa brutta, e forse anche un po’ diffìcile da capire.
Il padre gli aveva spiegato che il governo aveva fatto una legge dove era scritto che i bambini ebrei non potevano più andare nelle scuole pubbliche insieme agli altri.
La mattina del primo giorno di scuola però Simone si era preparato, poi aveva detto a sua madre: - Vado a fare una passeggiata - e invece era entrato nella nuova scuola.
La professoressa aveva fatto l’appello ma Simone non risultava nel registro, così lo spedì dal Preside.
- Ottolenghi - aveva detto il Preside, - gli alunni ebrei non possono più andare nelle scuole pubbliche.
La scuola è per i cittadini italiani, e gli ebrei non lo sono.
Non farti vedere mai più! Hai capito?
- Vi resterà un banco vuoto! - gli gridò Simone mentre correva via.
Simone e la sua famiglia, per sfuggire alle persecuzione dei nazisti, erano dovuti scappare in montagna e dei bravi pastori li avevano tenuti nascosti in una stalla.
Ogni tanto Simone si fermava a pensare alla scuola.
Ma era solo un attimo. Era tanto più importante restare vivi e poter guardare le nuvole che correvano veloci tra i monti!
E finalmente un giorno tutto era finito. Le leggi contro gli ebrei, la guerra, la fuga, i tedeschi e la paura.
Erano tornati a casa e la vita poteva ricominciare. Simone adesso era diventato adulto. Aveva una vita normale e un figlio di nome Gabriele.
- Papà, io da grande voglio fare l’inventore - aveva detto una sera Gabriele. E Simone, come era successo a lui con sua madre tanti anni prima, gli aveva risposto che gli sembrava una gran bella idea.
- Vorrei inventare il cannocchiale.
Simone questa volta aveva riso ancora più di sua madre e poi aveva spiegato a Gabriele che il cannocchiale «esiste già».
- E allora che cosa posso inventare? - chiese Gabriele.
- Vedi, tu studierai e così potrai capire le invenzioni che esistono già. E dopo potrai aggiungere una cosa nuova, una che è venuta in mente a te solo, dopo aver passato sui libri tutto il tempo che serve.
- Davvero potrò fare così?
- Sì, potrai, e anche tanti altri bambini potranno farlo.

Lia Levi, in AA.VV., Non calpestate i nostri diritti, UNICEF Piemme

1 Che cosa avrebbe voluto inventare Simone?

 


2 Secondo te, quale diritto è stato negato a Simone? Segna con una X.
  • Il diritto di giocare.
  • Il diritto di essere curato.
  • Il diritto di mangiare.
  • Il diritto di istruirsi.

EDUCAZIONE CIVICA - CLASSI 1-2-3
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